La luce in fondo al tunnel

nanowinner2016  Vabeh, per dire, ogni tanto qualcosa la concludo anch’io. Non ho finito la prima stesura della storia, quello no, e ci vorrà ancora parecchio, ma ho scritto 50.000 parole in 30 giorni esatti. Quindi, congratulazioni a me.
Insomma, in questo 2016 disastroso (e non ce l’ho solo con il Tronista o il Professore) una cosa l’ho finita. Una cosa inutile. Ma non si può avere tutto, no?
Di questi tempi, anche una piccola vittoria è ben accetta. Ma non lascio che mi dia alla testa, no.
Io continuo per la mia strada, un piede davanti all’altro. Ma mica lo alzo lo sguardo, per vedere se in fondo al tunnel si intravede la luce.

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Il troppio stroppia

Di recente mi sono sentita dire che sono “troppo”.
Troppo aggressiva, troppo decisa, troppo forte, troppo sicura, troppo esigente, troppo intelligente.
“Troppitudini” che, negli anni, si aggiungono a troppo alta, troppo grassa, troppo magra, troppo bionda, troppo curata, troppo trasandata.
E sì, anche con i piedi troppo grandi.
Ed ecco perché sono ancora “scompagnata” e non troverò mai un uomo che mi voglia.
Tutti questi “troppo” sono sempre stati accolti, da parte mia, con un sorriso. Forse perché sono troppo educata per far presente ai gentili signori che anche per la volpe l’uva era troppo acerba.

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IlGiardinoSulSunsetMi sono imbattuta quasi per caso nei romanzi di Martin Turnbull e quasi per caso e un po’ per sfida, mi sono offerta di tradurli in italiano.
Si comincia con il primo, Il Giardino sul Sunset, ambientato negli anni del Proibizionismo e della Grande Depressione, in una Hollywood appena nata, che cresce nonostante tutto, macinando sogni e creando miti che vivono ancora oggi.
Soffrirete con Marcus, Kathryn e Gwendolyn e sì, le loro vicende vi strapperanno anche qualche gemito di frustrazione, come è successo a me. Pronti per questo tuffo nel passato, fatto rivivere splendidamente da Martin Turnbull?

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Il Tronista e il Professore

Sono stata un po’ via.
Metaforicamente, si intende.
Prima mi sono persa dietro al Tronista e alle sue indecisioni. Poi mi ci è voluto del tempo per riprendermi dal turbinio di illusioni e confusione.
Per farvela breve, è andata così: al momento della “scelta”, con i petali di rosa pronti a piovere in studio e il pubblico sull’orlo della sedia, a un nanosecondo dallo schizzare in piedi applaudendo e sospirando, si scopre che, per diciotto mesi, io non ho capito nulla. O forse ho capito tutto, tranne quanto, alcune persone riescano ad essere coniglie nell’animo.
Sono passati alcuni mesi e vorrei dire che non importa, invece importa, ancora, ma bisogna farsene una ragione e andare avanti, perché le uniche alternative sono diventare stalker o buttarsi da un ponte.
Entrambe le cose non fanno per me.
Quindi si archivia anche questa cantonata. Che poi, in un blog che si chiama Gli errori fondamentali, ci sta anche bene.
E poi ho conosciuto un altro tizio (Ah! Ma no, non è come pensate) che sulla carta sarebbe perfetto per me. Lo chiameremo il Professore, per contrasto. Riprendendo in mano quella ipotetica lista di cose che mi andrebbero in un uomo, con lui potrei spuntare parecchie voci.
Epperò, quel senso di essere proprio nel posto giusto, me lo dava solo quella persona sbagliata che era il Tronista.

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Il ritorno…

Lo so che sono sparita.
E lo so che mi avete data per dispersa, distesa al sole delle Isole Vergini con il Tronista, come la Belen e il Fabrizio Corona dei tempi che furono.
Le cose non sono andate proprio così.
Vi racconterò tutto. O quasi.
Ci sarà da divertirsi.
Per voi.

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